Emerenc (E.) è la protagonista de “La porta” di Magda Szabo (S.). La S. ce la descrive a partire dal momento in cui E. fa il suo ingresso in casa sua, assunta come domestica, essendo E. anche portinaia e addetta ad altre varie attività nel quartiere in cui le due donne vivono. In quel quartiere la vecchia E. vive da innumerevoli anni e gode, presso tutti gli abitanti, di una stima e di un rispetto diffusi, rappresentando una vera e propria istituzione: riconosciuta, apprezzata e amata.
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Autore: ilcollezionistadiletture
“La passeggiata” – Robert Walser
E’ un vero piacere scrivere un commento per “La passeggiata” perché non potendo dire che cose graziose e gentili, giacché di queste cose parla “La passeggiata”, non si può che ricavarne un indubbio e piacevole sollievo.
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“La figura nel tappeto” – Henry James
“La figura nel tappeto” è un racconto estremamente elusivo e sfuggente che, nella sua apparente semplicità, in realtà racchiude una complessità di cui la bella e articolata introduzione ci dà ampiamente conto. E, anche grazie alla sua lettura, mi sono scaturite alcune considerazioni che “La figura nel tappeto”, a mio modo di vedere, offre. Continua a leggere
“La figlia oscura” – Elena Ferrante
“La figlia oscura” è un romanzo che parla di personaggi irrisolti, ma che ahimè, mi è parso anch’esso irrisolto. E questo perché non ci dà prospettive, non ci porta oltre quello che narra, lascia tutto così come sostanzialmente lo abbiamo trovato al suo inizio. Continua a leggere
“Io e te” – Niccolò Ammaniti
Lontano dallo schema degli adolescenti immersi nei loro gruppi dei pari e già proiettati verso agiti adulti, Ammaniti, al contrario, ci descrive un quattordicenne, Lorenzo (L.), solitario, taciturno, desideroso di non appartenere a niente e a nessuno, ancora legato con modalità fortemente fusionali ai genitori, in particolar modo alla madre. Continua a leggere
“L’assassinio come una delle belle arti” – Thomas De Quincey
Apparentemente decadenti, in realtà molto aristocratiche e snob queste dissertazioni di De Quincey sull’estetica del bell’assassinio. Continua a leggere
“Il giudice e il suo boia” – Friedrich Dürrenmatt
Ne “Il giudice e il suo boia” ci sono due livelli. Uno è quello della realtà che appare e uno è quello della realtà che non appare. Sia ben chiaro sono entrambe realtà dotate di senso ma hanno una fondamentale differenza. La realtà che appare è Falsa. La realtà che non appare è Vera. Continua a leggere
“I pesci non chiudono gli occhi” – Erri De Luca
Ho dovuto leggere questo libro “per forza”, tanto che non avevo intenzione di tenerlo in libreria né, tanto meno, di recensirlo ma, quando l’ho finito, ho sentito il dovere, la necessità di farlo. Non avevo mai letto De Luca, né ero interessato a farlo, adesso che l’ho letto il mio disinteresse si è mantenuto e rafforzato. Continua a leggere
“Fiabe russe proibite” – Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev
Credo che in vita mia non ho mai riso tanto leggendo un libro. Perché questa è la cosa più oscena, scurrile, sboccata ma, nello stesso tempo, la più esilarante, la più comica, la più caustica che abbia mai letto. Continua a leggere
“Vergogna” – John Maxwell Coetzee
Per la purezza tagliente del linguaggio che incide, seziona, scava, in modo asciutto ed essenziale, direi inesorabile, per l’intensità della narrazione e della forza emotiva, quasi brutale, in essa contenuta, per il rigore geometrico dell’impianto narrativo, Vergogna si erge ad un livello tale che mentre lo leggevo avevo l’impressione di assistere ad una tragedia greca. Continua a leggere