“I turbamenti del giovane Törless” – Robert Musil

La dimensione del pensiero costituisce il contenuto fondativo de “I turbamenti del giovane Törless” (T). La trama dei rimandi e dei significanti, al di là delle possibilità, persino poetiche, che raggiunge, ci introduce infatti in una serie di meandri concettuali che ci conducono a confrontarci con l’astratto, a penetrare l’indicibile, a constatare la pulsione, a indagare la mente, a pensare a l’infinito. Continua a leggere

“I temi di Fritz Kocher” – Robert Walser

Non c’è niente da fare, Robert Walser era un poeta. Possedeva nel suo intimo la capacità di dare alle cose, così come lui le descriveva, anche a quelle più inanimate, un’anima. Leggendolo, inevitabilmente, ci si abbandona alle sue parole, se ne viene cullati e accarezzati, suscita un senso di pace e la voglia di essere in pace. Continua a leggere

“Feria d’agosto” – Cesare Pavese

Per spiegarmi il Pavese di “Feria d’agosto” ho trovato utile adoperare come riferimento il cinema italiano anni 40/50. La lettura di Feria d’agosto mi ha infatti evocato atmosfere e dimensioni che rimandano all’ immaginario e alla visività che venivano suscitate, nel cinema di quegli anni, dalla cinematografia riconducibile al cosiddetto neorealismo. Continua a leggere

“Cuore di cane” – Michail Bulgakov

Se è vero che il cane è il migliore amico dell’uomo è altrettanto vero che l’uomo è il peggiore amico del cane. Questa potrebbe essere la “morale” più immediata di “Cuore di cane”, il racconto che, insieme al romanzo “Il Maestro e Margherita”, costituisce una delle vette assolute dell’intera opera narrativa di Michail Bulgakov. Continua a leggere

“Corrono voci” – Hugo Claus

Già Baudelaire ebbe a dire dei belgi: ”Non esser conformisti è il gran delitto”, ( Charles Baudelaire – Diari intimi – Oscar Mondadori – 1973 – pg.151) denudando, dal suo punto di vista, il male peggiore che lui ravvedeva fra i belgi e cioè il conformismo di facciata che vuole, come sua regola prima, che ad esso tutti si adeguino, rendendosi altresì conniventi con un ipocrita perbenismo che, del conformismo ha bisogno, per costituirsi come coscienza collettiva. Continua a leggere

“Cinque storie ferraresi” – Giorgio Bassani

“La verità è che i luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere, sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più.” Questa frase che Bassani fa pronunciare a Clelia Trotti la protagonista dell’omonima storia: “Gli ultimi anni di Clelia Trotti” è, a mio modo di vedere, paradigmatica per individuare la traccia che lega e attraversa “Cinque storie ferraresi”. Continua a leggere

“Breve lettera del lungo addio” – Peter Handke

Leggere adesso “Breve lettera del lungo addio”, mi ha riportato alla mente ricordi e sensazioni di almeno 30 anni fa, per intenderci degli anni ’80. Quando i vissuti personali e generazionali di allora trovavano rispecchiamento nei libri di Handke o nei film di Wim Wenders e di Jim Jarmusch, perché in quei libri e in quei film si ritrovavano cose che, in quegli anni, contribuivano ad una presa di coscienza e, al tempo stesso, davano identità. Continua a leggere

“Billy Budd” – Herman Melville

L’innocenza non paga perché a pagare sarà un innocente. E se ciò è già atroce di per sé lo è ancor di più laddove si espliciti l’intrinseco significato che assume qui “l’innocenza”. Perché “innocenza” qui non è solo sinonimo di non colpevolezza, non è solo una questione di verità o giustizia, né è un giudizio morale o trascendentale, è assai di più: è una questione di bontà d’animo. Continua a leggere

“Wakefield-Il velo nero del pastore” – Nathaniel Hawthorne

Questi due famosissimi racconti di Hawthorne (H.), che rappresentano una delle massime espressioni della sua opera, nella loro folgorante brevità, quasi come fossero delle parabole, possiedono, in realtà, una tale densità di temi e di implicazioni che, non a caso, da essi ne sono scaturite numerose e complesse chiavi di lettura. Continua a leggere