“Mendel dei libri” – Stefan Zweig

“Mendel dei libri” è un racconto brevissimo ma di squisita intensità in cui Stefan Zweig inventa un personaggio che chiunque ami i libri e la lettura vorrebbe esistesse ed amerebbe poter incontrare. Perché Jakob Mendel è un catalogo vivente. Egli infatti conosce pressoché tutti i libri che sono stati pubblicati e basta sottoporgli l’argomento a cui si è interessati ed egli sarà in grado di dirvi tutti i titoli esistenti su quell’ argomento e i relativi estremi di ciascun titolo. Continua a leggere

“La montagna incantata” – Thomas Mann

Nella “Premessa” de “La Montagna Incantata” (“L.M.I.”) Thomas Mann scrive: “Senza temere il discredito in cui versa la meticolosità siamo anzi propensi a credere che soltanto ciò che va in profondità riesca a divertire”. Attenendosi fedelmente a queste premesse egli genera un’ opera che per estensione e profondità avrà una mole tale da indurre lo stesso Mann a definirla “un mostro”: “per la sua mole l’Autore la definì “un mostro”” ( E. Pocar – “Introduzione” in T. Mann – “La montagna incantata” – Corbaccio – 1997 – p. VIII). Questa definizione può essere riferibile, in primo luogo, alla sconcertante vastità dei temi affrontati e ricompresi all’interno de “L.M.I.”. Continua a leggere

“La meravigliosa storia di Peter Schlemihl” – Adalbert von Chamisso

A un certo punto Peter Schlemihl, (P.S.), come a sancire la natura delle sue vicende dice: “Anche qui, come già spesso nella mia vita e come altrettanto nella storia del mondo, entrò in scena un imprevisto”. Ora, l’imprevisto è ne “La meravigliosa storia di Peter Schlemihl” il motore stesso della narrazione. Continua a leggere

“Il trentesimo anno” – Ingeborg Bachmann

Vi è in tutta l’opera di Ingeborg Bachmann, e nei racconti che compongono “Il trentesimo anno” in modo palese, un’esplicita istanza utopica rivolta verso una vera e propria “rifondazione” del mondo: “La libertà che intendo io: il permesso…di rifondare il mondo ex novo e di dargli un nuovo ordine”. Continua a leggere

“Romeo e Giulietta nel villaggio” – Gottfried Keller

“…e il suo viso, rivolto verso quello del povero ragazzo sgomento, era inondato di lacrime di dolore. “Vieni, baciami ancora una volta! No vattene, fuggi! E’ finita, è finita per sempre, noi non potremo mai essere uniti!” Lo mandò via ed egli…si allontanò disperato, rimanendo per tutta la notte a vagabondare nei boschi. L’indomani…tornò in città e si rintanò nella cupa miseria della sua casa.” In questa scena è descritta una delle dolorose manifestazioni di crudeltà contenute nella novella “Romeo e Giulietta nel villaggio”. Continua a leggere

“Il mare non bagna Napoli” – Anna Maria Ortese

“Da alcuni momenti provavo la stessa agghiacciante sensazione (…): che tutto fosse pensato, immaginato, sognato, e anche realizzato artisticamente, ma non vero: una inquietante rappresentazione.” Vi è in queste parole l’essenza de “Il mare non bagna Napoli”. Esse contengono e concentrano la costante di tutto il testo: quel perenne senso di sgomento che suscita il reale, la cui insopportabilità può essere detta solo se proiettata in una dimensione che la trascenda, tale da apparire come fosse un’immagine, un sogno, una creazione. Continua a leggere

“Il caso Franza” – Ingeborg Bachmann

“Al primo tentativo di muoversi Franza si accorse che non ci riusciva, poiché non riusciva nemmeno a rispondergli, alla prima parola impercettibile la sabbia si sbriciolò entrandole nella bocca e negli occhi, e il fango la tenne inchiodata al suolo col peso di un quintale. Era murata viva. Lui la guardò spazientito, non capì che lei non poteva chiamare, non poteva spiegare nulla. Franza tentò di urlare. Lui continuò a non accorgersi di nulla. Il piombo le appesantiva la cuffia da bagno. Era sepolta viva.”  Vi è in questa scena l’evidenza di una condizione, quella dell’essere fagocitati, cioè dell’essere inglobati ancora vivi e distrutti. Continua a leggere

“Doppio sogno” – Arthur Schnitzler

“Doppio sogno” è un testo fortemente perturbante anzi, oserei dire, programmaticamente perturbante. E ciò non solo per quel che di tormentato e tormentante vi è nelle vicende del giovane medico Dottor Fridolin e di sua moglie Albertine, nel cui menage irromperà un universo di pulsioni e di desideri che ne destabilizzerà il profondo e li destabilizzerà nel profondo. Ma lo è, in particolare, per il concetto di perturbante che evoca il testo. Continua a leggere