“Da alcuni momenti provavo la stessa agghiacciante sensazione (…): che tutto fosse pensato, immaginato, sognato, e anche realizzato artisticamente, ma non vero: una inquietante rappresentazione.” Vi è in queste parole l’essenza de “Il mare non bagna Napoli”. Esse contengono e concentrano la costante di tutto il testo: quel perenne senso di sgomento che suscita il reale, la cui insopportabilità può essere detta solo se proiettata in una dimensione che la trascenda, tale da apparire come fosse un’immagine, un sogno, una creazione. Continua a leggere