“Pedro Paramo” – Juan Rulfo

“- C’è stato un tempo in cui sentivo per molte notti il rumore di una festa….Mi avvicinai per vedere la festa e vidi questo: quel che stiamo vedendo adesso. Niente. Nessuno. Le strade deserte come adesso… – Questo paese è pieno di echi. Io non mi spavento più….E il peggio di tutto è quando senti chiacchierare la gente, come se le voci uscissero da qualche fenditura e, senza dubbio, così chiare che le riconosci”. Quel paese è Comala e, in quel paese, abitano voci di vivi ormai morti che, come anime costrette ad un eterno purgatorio, si aggirano e si sentono dovunque. Continua a leggere

“Sopra eroi e tombe” – Ernesto Sabato

“Sopra eroi e tombe” è un romanzo che contiene una grande ambizione quella di dare una rappresentazione dell’esistenza e di mostrare le forze che agiscono al suo interno. E nel perseguire ciò risalta il modo di arrivare a quella rappresentazione penetrando cioè in sfere che hanno a che vedere con l’insondabile e l’indicibile e cercando di dare anche ad essi voce e volto. Ma questa ricerca di una verità rispetto alla natura di quelle forze che nell’esistenza agiscono ha già in sé la consapevolezza del mistero di quella verità e della sua irraggiungibilità da cui quel senso di tormento e di oscura fatalità che da quella rappresentazione si sprigiona. Continua a leggere

“Il giunco mormorante” – Nina Berberova

Vi può essere, ad una prima lettura de “Il giunco mormorante”, l’impressione di muoversi dentro un vuoto, l’impressione cioè di qualcosa di inafferrabile trasmessoci da quel senso di etereo, di incorporeo, di impalpabile che lo pervade. Come venissimo sfiorati da un soffio esile e sottile.  Continua a leggere

“La settima croce”- Anna Seghers

La recente ristampa de “La settima croce” di Anna Seghers ripropone non solo il suo romanzo più famoso nonché uno dei più noti di tutta la letteratura tedesca ma, più in generale, rinnova l’opportunità di leggere una scrittrice di assoluto rilievo nel panorama della letteratura europea del ‘900, ampiamente consacrata per il valore della sua opera. Continua a leggere

“La signora Dalloway” – Virginia Woolf

“Com’era fresca, calma…l’aria la mattina presto…fredda e pungente, e (per una diciottenne come era lei allora) solenne, perché in piedi di fronte alla finestra aperta lei aveva allora la sensazione che sarebbe successo qualcosa di tremendo”. In queste parole che Virginia Woolf fa pronunciare a Clarissa Dalloway all’inizio del romanzo sono già ravvisabili le coordinate fondamentali all’interno delle quali si muove “La signora Dalloway”. Continua a leggere

“Fame” – Knut Hamsun

La fame, intesa in senso letterale; il vagabondare fisico che è condizione esistenziale che diventa cifra stessa del romanzo e la dimensione urbana sono lo scenario narrativo in cui si svolge “Fame” come, peraltro, Hamsun fa dichiarare al protagonista sin dall’inizio, nell’incipit: “Al tempo in cui facevo la fame e vagabondavo per Cristiania, quella singolare città che nessuno abbandona senza portarne le stigmate…”. Continua a leggere

“Solaris” – Stanislaw Lem

Da subito un senso di mistero e un che di minaccioso accolgono l’arrivo dell’astronauta Chris Kelvin sulla Stazione Solaris, la stazione spaziale che, sospesa sopra al pianeta Solaris, è l’avamposto umano da cui avviene l’osservazione del pianeta. Kelvin vi è giunto, proveniente dalla Terra, dopo un viaggio di 16 mesi, tanto necessita per raggiungere quel pianeta remoto posto in un altro sistema solare costituito da due soli. La stazione appare a Kelvin in uno stato di abbandono. Continua a leggere

“Zazie nel metro'” – Raymond Queneau

“La verità! – esclama Gabriel (gesto) – Come se tu sapessi che cos’è. Come se qualcuno al mondo sapesse cos’è. Tutta questa roba (gesto), tutto questo, una bidonata, il Panteon, gli Invalidi, la caserma di Reully, il tabaccaio dell’angolo, tutto. Si, una bidonata”. Queste parole pronunciate da Gabriel, lo zio di Zazie, a bordo del taxi del suo amico Charles su cui, con Zazie, sta attraversando Parigi, dopo averla presa in consegna dalla di lei madre la quale, occupata in un convegno amoroso col suo “ganzo”, gliela ha affidata, ci dicono l’essenziale “verità” contenuta in “Zazie nel metro’” e cioè che qui la verità non si sa più cos’è e dove sta. Continua a leggere

“I fisici” – Friedrich Dürrenmatt

“I Fisici” è uno degli ultimi testi teatrali di Friedrich Dürrenmatt, fra i numerosi da lui scritti. Risale al 1962 e in esso trova compiuta realizzazione quell’evoluzione che va dal drammatico al grottesco o, se si vuole, dalla tragedia alla commedia che progressivamente caratterizzerà la sua produzione teatrale. Tuttavia la forma a suo modo comica e più precisamente farsesca della rappresentazione qui, come in altri suoi testi, veicola contenuti e temi che hanno in sé una portata oggettivamente tragica ma, per i quali, proprio quella forma scelta da Dürrenmatt, rende ancor più evidenti le dimensioni e le ricadute di quella portata. Continua a leggere

“La promessa” – Friedrich Dürrenmatt

Ne “La promessa” ci sono due livelli di realtà. Uno è quello della realtà che appare e uno è quello della realtà che non appare. Entrambe sono realtà concrete e “sensate”, tuttavia hanno una fondamentale differenza e cioè che la realtà che appare è Falsa e quella che non appare è Vera. A noi lettori Dürrenmatt ce le fa vedere tutte e due e nel farlo ci dice che in fondo c’è una verità nelle cose del mondo, la quale però al mondo può non apparire, apparendo invece la verità che deriva dalla realtà Falsa. Continua a leggere