“La signora Dalloway” – Virginia Woolf

“Com’era fresca, calma…l’aria la mattina presto…fredda e pungente, e (per una diciottenne come era lei allora) solenne, perché in piedi di fronte alla finestra aperta lei aveva allora la sensazione che sarebbe successo qualcosa di tremendo”. In queste parole che Virginia Woolf fa pronunciare a Clarissa Dalloway all’inizio del romanzo sono già ravvisabili le coordinate fondamentali all’interno delle quali si muove “La signora Dalloway”. Continua a leggere

“Austerlitz” – Winfried Georg Sebald

Vi è in “Austerlitz” il ricorrere di un errare che è un peregrinare fisico tra luoghi e spazi ma che, nel contempo, è un errare all’interno di uno spazio che è tutto interiore e mentale, in una circolarità reciproca di rimandi e di evocazioni tra l’una e l’altra di queste due condizioni tanto da rendere l’una necessaria all’altra, l’una prodotto dell’altra. Continua a leggere

“Racconti londinesi” – Doris Lessing

Sullo sfondo di ambienti e luoghi mai sgradevoli, anzi spesso accattivanti, in ciò resi da una descrizione delicata ed elegante, questi racconti fotografano in realtà un mondo pieno di lacerazioni dove il gioco dei contrasti tra ambientazioni apparentemente distensive e piccoli/grandi drammi che vi si consumano rende tali lacerazioni ancor più evidenti. Continua a leggere