“Troppo buoni con le donne” – Raymond Queneau

“Troppo buoni con le donne” è uno dei due “romanzi irlandesi” scritti da Queneau, l’altro è “Il diario intimo di Sally Mara”, che sono, entrambi, un omaggio a James Joyce, da Queneau profondamente ammirato. Ambientato a Dublino durante un moto insurrezionale del 1916 “Troppo buoni con le donne” è una farsa comico-erotica, che si legge d’un fiato. La vicenda sottilmente misogina e a luci rosse produce uno sconcertante straniamento in quanto ribalta il cliché dei rivoltosi eroicamente dediti alla loro causa i quali saranno resi imbelli da una spregiudicata quanto “ardita”, in tutti i sensi, signorina inglese che, con il suo sex-appeal straripante, li “smonterà” da tutti i punti di vista. Ironia e sarcasmo sopraffini, capacità allusive, uso della metafora, linguaggio crepitante, battute fulminanti e una Dublino da operetta fanno di “Troppo buoni con le donne” uno dei romanzi più divertenti di Queneau.

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“Zazie nel metro'” – Raymond Queneau

“La verità! – esclama Gabriel (gesto) – Come se tu sapessi che cos’è. Come se qualcuno al mondo sapesse cos’è. Tutta questa roba (gesto), tutto questo, una bidonata, il Panteon, gli Invalidi, la caserma di Reully, il tabaccaio dell’angolo, tutto. Si, una bidonata” Queste parole pronunciate da Gabriel, lo zio di Zazie, a bordo del taxi del suo amico Charles su cui, con Zazie, sta attraversando Parigi, dopo averla presa in consegna dalla di lei madre la quale, occupata in un convegno amoroso col suo “ganzo”, gliela ha affidata, ci dicono l’essenziale “verità” contenuta in “Zazie nel metro’” e cioè che qui la verità non si sa più cos’è e dove sta. Continua a leggere