L’ impressione prevalente che ho avuto nel leggere “Avviso ai naviganti” è stata quella dello stupore. Uno stupore derivante non dal fatto che le cose che vi sono narrate siano fantasiose o immaginarie bensì, all’ opposto, uno stupore derivante proprio dal fatto che gli eventi e le circostanze narrate sono molto reali e realistiche eppure suscitano un senso costante di sorpresa e di affascinazione che le fa sembrare irreali e misteriose.
Letteratura americana
“L’arcobaleno della gravità” – Thomas Pynchon
FIRST Step
La prima domanda a cui bisogna rispondere è: ne vale o non ne vale la pena? Ebbene per me la risposta è si, ne vale la pena. Perché se è vero che leggere Pynchon (P.), questo P. de “L’arcobaleno della gravità” (“L’a.d.g.”) è un’impresa, a suo modo titanica (968 pagine, oltre 400 personaggi, decine e decine di “storie” che si intersecano, si mischiano, si sovrappongono; citazioni di luoghi, personaggi, fatti i più svariati e innumerevoli: l’apoteosi dell’enciclopedismo), tuttavia qui siamo di fronte a un libro che, non a caso, è stato messo a fianco, per la sua levatura, all’Ulisse e a Moby Dick.
Continua a leggere
“Giro di vite” – Henry James
Italo Calvino conclude la raccolta “Racconti fantastici dell’Ottocento”, da lui curata, con un racconto di Henry James e, nel farlo, motiva tale scelta definendo James “autore che appartiene al secolo XIX per la cronologia ma al nostro secolo come gusto letterario”, intendendosi ovviamente con “nostro secolo” il ‘900. Continua a leggere
“La panchina della desolazione” – Henry James
“La panchina della desolazione” la si può considerare, al tempo stesso, una fiaba e un incubo, come, a un certo punto, allo stesso Herbert Dodd, la vicenda, oggetto del racconto di cui egli è il protagonista, si rivela: “gli si rivelò sotto l’aspetto ad un tempo della fiaba e dell’incubo”. Continua a leggere
“Mattatoio n.5” – Kurt Vonnegut
“Mattatoio n. 5” è un libro di incontenibile ricchezza, con tante facce e tante realtà che si accavallano, si intersecano, sfuggono e si dilatano, offrendoci innumerevoli possibili letture. In esso convive un misto di realismo e di visionarietà, di rigore e di anarchia, di disincanto e di ironia, di intransigenza e di leggerezza, di durezza e di umanità che lascia stupefatti per come tutte queste cose riescono a fondersi tra loro. Continua a leggere
“Billy Budd” – Herman Melville
L’innocenza non paga perché a pagare sarà un innocente. E se ciò è già atroce di per sé lo è ancor di più laddove si espliciti l’intrinseco significato che assume qui “l’innocenza”. Perché “innocenza” qui non è solo sinonimo di non colpevolezza, non è solo una questione di verità o giustizia, né è un giudizio morale o trascendentale, è assai di più: è una questione di bontà d’animo. Continua a leggere
“Bartleby lo scrivano” – Herman Melville
Un senso di arcano, di imperscrutabile, di insondabile emana dalla figura di Bartleby. Qual’è il suo segreto? Chi, che cosa l’ha originato? Quando e come si è generato? Continua a leggere
“Wakefield-Il velo nero del pastore” – Nathaniel Hawthorne
Questi due famosissimi racconti di Hawthorne (H.), che rappresentano una delle massime espressioni della sua opera, nella loro folgorante brevità, quasi come fossero delle parabole, possiedono, in realtà, una tale densità di temi e di implicazioni che, non a caso, da essi ne sono scaturite numerose e complesse chiavi di lettura. Continua a leggere
“Sillabe di seta” – Emily Dickinson
Nella poesia della Dickinson (D.) vi è, come tratto peculiare, la Delicatezza. Una Delicatezza dei modi e dei toni attraverso cui ella veicola, anche impietosamente, il suo opposto: la Durezza che è sempre insita nella sua poesia come peraltro lo era nella sua vita. Una Durezza mai ostentata, denunciata, praticata, ma intrinsecamente presente nelle cose, in quanto conseguenza dell’ irraggiungibilità che le cose stesse avevano per la D. Continua a leggere
“Racconti dell’incubo e dell’impossibile” – Edgar Allan Poe
Barbara Lanati in un suo articolo apparso sul Manifesto il 10.7.86, in occasione del centenario della pubblicazione de “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde” e successivamente inserito nell’ edizione Feltrinelli “Universale economica – I classici” del capolavoro di Stevenson, di cui la Lanati è stata anche traduttrice, solleva la questione del rapporto tra Poe e Stevenson affermando espressamente che “Poe è per Stevenson un punto di riferimento” Continua a leggere