“Mozart in viaggio verso Praga” – Eduard Mörike – Seconda parte

“Poche opere presentano ad ogni nuova lettura tante sorprese come questa novella in apparenza assai “facile”, che vuol essere invece letta con molta attenzione e pazienza per essere gustata in ogni sua minuta e squisita bellezza”. Queste parole di Ladislao Mittner, che egli riporta nel capitolo che dedica a “Mozart in viaggio verso Praga” nella sua “Storia della letteratura tedesca” (Einaudi, 2002 – p. 482), danno la misura del contrasto tra l’apparente leggerezza e persino, se si vuole, frivolezza della novella di Mörike e quella che invece è la sua intensità di atmosfere e di toni e la sua densità di implicazioni che giustificano, sicuramente, più letture per essere colte a pieno.

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“Mozart in viaggio verso Praga” – Eduard Mörike – Prima parte

Winfried Sebald, in quella serie di monografie dedicate ad autori a lui cari, raccolta in “Soggiorno in una casa di campagna” (Adelphi, 2012), dedica una di tali monografie a Eduard Mörike (1804-75), sottotitolandola “Breve omaggio a Mörike”. E, inquadrandolo nel contesto del suo tempo, così lo descrive: “…[Mörike] è rappresentativo di una generazione che, ancora sfiorata dall’alito di un’età eroica appena dissoltasi, si appresta a ripiegare nel Biedermeier, una zona al riparo dai venti dove la vita privata borghese è più importante di quella pubblica e la recinzione del giardino funge da confine di un mondo famigliare, che intende se stesso come un universo…Il mondo immaginario del Biedermeier è una perfetta composizione in miniatura, al riparo d’una campana di vetro. Ogni cosa là sotto trattiene il fiato…Non è concepibile ordine migliore. E tuttavia, su questa pace all’apparenza eterna, incombe la paura del caos…

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