“Lo scialle andaluso” – Elsa Morante

Se si escludono i poemi e le canzoni che compongono quella sorta di “romanzo poetico” che è Il mondo salvato dai ragazzini, un’opera dal carattere composito che sfugge alle classificazioni, dove ricorrono composizioni che sono racconti in poesia, la produzione poetica in senso stretto della Morante, intendendo una produzione sistematica di tipo lirico, tale da dar vita a raccolte, non ha avuto particolare consistenza. Questo tipo di produzione è infatti circoscritta ad un piccolo volumetto dal titolo Alibi pubblicato da Longanesi nel 1958, riedito da Garzanti nel 1988 con una Prefazione di Cesare Garboli e, successivamente, da Einaudi nel 2004 e nel 2012.

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“L’ isola di Arturo” – Elsa Morante

“…sebbene fossi libero e amassi tanto le grandi imprese, io non uscivo mai dal mare di Procida, verso altre terre.” Queste parole delimitano non solo un confine fisico: quello circostante l’isola di Procida, dentro il quale si muove colui che le pronuncia, ma identificano un ben altro confine: quello in cui si svolge la sua vita e in cui egli creerà il suo mondo, facendo divenire quell’isola, la sua isola.

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