E’ “un pomeriggio di primavera” e Gustav von Aschenbach esce “dalla sua abitazione nella Prinzregentenstrasse di Monaco per fare, da solo, una passeggiata”. Gustav von Aschenbach è uno scrittore e, a quel suo lavoro di scrittore, egli è totalmente dedito, applicandovisi con ascetica disciplina. Mosso da un dovere supremo a cui tutto, nella sua vita, era subordinato, “tanto più, poi, da quando la sua vita aveva cominciato a declinare” e cioè “il timore di non finire la sua opera d’artista”. Egli conduce quindi in modo ritirato quella sua esistenza “confinata nella bella città scelta a patria adottiva e nella rustica dimora di campagna che si era fabbricato fra i monti e in cui trascorreva le estati piovose”. Né egli era aduso ai viaggi di piacere in quanto “i viaggi per lui non erano stati altro che una misura igienica, di quando in quando necessaria anche se presa a malincuore”.