“L’airone” – Giorgio Bassani

“Si riempiva la bocca della polpa fra dolce e acidula dei crostacei, e ingoiava: mandando poi giù lunghe sorsate di vino, o ingozzandosi di pane. Ciò nonostante, molto presto si sentì disgustato del cibo e di se stesso. A che pro? – si diceva – …A mano a mano che lo stomaco gli si veniva gonfiando, gli aumentava dentro anche lo schifo…Di nuovo non c’era più niente che non lo urtasse, non lo ferisse. Fra un boccone e l’altro gli bastava, non so, alzare il capo, volgere gli sguardi in giro per la sala; e ogni volta, puntualmente,…era preso da un senso di invidia…Come erano tranquilli e beati, gli altri, tutti gli altri!…Come erano bravi a godersi la vita! La sua pasta si vede era diversa, inguaribilmente diversa, da quella della gente normale che, una volta mangiato e bevuto, non bada che a digerire. Accanirsi a mangiare e a bere, infatti, a cosa gli sarebbe servito, a lui?”

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