“Da quando sono nato” – Maurizio Salabelle – Seconda parte

Patrizio Rhuggi, il protagonista di “Da quando sono nato”, nasce in un brutto momento, potremmo dire già nel segno della sfiga. Infatti il giorno in cui nasce il padre aveva appena dovuto chiudere definitivamente i suoi negozi di accessori a causa della perdita del portafogli. Che, detto così, sembra un bel po’ sproporzionato ma non ci si deve sorprendere perché qui le sproporzioni, le esagerazioni, le iperboli impazzano. Basti dire che veniamo messi pure al corrente che i Rhuggi, a quell’ epoca, abitavano a novecento chilometri dal capoluogo che, in effetti, è una distanza un bel po’ siderale da un capoluogo. Ma la perdita di quel portafogli fu davvero per il padre di Patrizio una disgrazia seria perché significò la perdita di quell’ “…affare fondamentale” che lo farà piombare di colpo nel fallimento. Il quale, cioè il fallimento, fin dall’ inizio della storia fa dunque la sua apparizione.

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“Da quando sono nato” – Maurizio Salabelle – Prima parte

Quando lo scorso mese di ottobre Marisa Salabelle, sorella di Maurizio Salabelle, ha annunciato, sul suo blog, l’ uscita, avvenuta il 18 ottobre, di un nuovo romanzo di Maurizio Salabelle dal titolo “Da quando sono nato”, ho provato un immediato moto di contentezza. Perché Maurizio Salabelle è un autore che ho amato e amo molto, di cui ho letto tre dei suoi precedenti romanzi e cioè: “Un assistente inaffidabile” e “La famiglia che perse tempo” – dei quali ho parlato qui nel mio blog – e “Il maestro Atomi”. La contentezza era ovviamente dovuta alla prospettiva di leggere un nuovo libro di Maurizio Salabelle ma, in essa, vi era anche la sorpresa per l’ inattesa notizia dell’ esistenza di questo nuovo libro. Perché, per coloro che non lo sapessero, Maurizio Salabelle è deceduto, prematuramente, nel 2003 a soli 43 anni e, da allora, era uscito un solo romanzo postumo: “La famiglia che perse tempo”, nel 2015, che ritenevo fosse anche l’unico e l’ ultimo rimasto da pubblicare dopo la sua morte. Scoprire a distanza di otto anni da quell’ uscita e a vent’anni dalla sua morte che c’era un altro suo romanzo rimasto inedito è stata più che una sorpresa, è stato come se avessi ricevuto un regalo insperato.

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“La famiglia che perse tempo” – Maurizio Salabelle

Riporto una nota scritta un po’ di tempo fa su “La famiglia che perse tempo” di Maurizio Salabelle, autore che ho amato e amo molto e di cui ho già parlato, più ampiamente, nel mio commento ad un altro suo libro: “Un assistente inaffidabile”. Un gradito feed ricevuto, su quel commento, da parte di “Dalla mia tazza di tè. Il blog di Elena Grammann”, mi ha fatto venire in mente questa nota e mi ha indotto a pubblicarla affinché, soprattutto, l’opera di Salabelle possa essere conosciuta da un sempre maggior numero di lettori.

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“Un assistente inaffidabile” – Maurizio Salabelle

“In otto giorni scrissi un romanzo di duecento pagine dall’insolito titolo Il lugubre, in cui raccontavo avvenimenti che non sarebbero assolutamente potuti accadere. Inventai per questo testo la nuova tecnica “iporealistica”. Dove anche le scene più banali contenevano dosi di inverosimile”. Continua a leggere