“Lenz” – Georg Büchner

“…una volta, era seduto, e a un tratto gli venne paura, balzò in piedi, camminò su e giù. La porta era mezzo aperta, e così udì la ragazza di servizio cantare, dapprima non fu chiaro, poi gli giunsero le parole:

<<A questo mondo non ho alcuna gioia, soltanto il mio amato, ed è lontano>>

Ne fu colpito, quasi si sentì mancare a quelle note. Madame Oberlin lo guardava. Lui si fece coraggio, non poteva più tacere, doveva parlarne. <<Carissima Madame Oberlin, non può dirmi cosa fa la signorina la cui sorte tanto mi pesa sul cuore?>>.(1)

<<Ma, signor Lenz, io non ne so niente>>. Egli tacque di nuovo e camminò in fretta su e giù per la stanza; poi riprese:<<Ecco, voglio andare; o Dio, voi siete ancora gli unici esseri umani con i quali potrei resistere, eppure…eppure io devo andare, andare da lei, ma non posso, non mi è consentito>>. Era fortemente commosso e uscì.

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