“Ferragosto” – Daria Menicanti

Daria Menicanti – “Ferragosto” – Prefazione di Marco Marchi – Edizioni “Lunarionuovo” – 1986

«La poesia di Daria Menicanti, priva degli strombazzamenti critici di cui godono normalmente i poeti [alla moda], pare a me, nella sua nuda semplicità e sincerità, una delle più vive e schiette dei nostri giorni». Così scriveva Sergio Solmi, nel 1978, suggerendo di inserire l’opera poetica di questa poetessa nella tradizione della «poesia d’ogni tempo, dai primi lirici greci fino a Leopardi», che si articola sempre «nei suoi poli fondamentali di amore-morte»….Le radici più vitali di questo suo prezioso discorso lirico affondano nella Milano banfiana, dove un’eletta schiera di intellettuali, poeti, scrittori, filosofi, pedagogisti, artisti e musicologi (come Dino Formaggio, Remo Cantoni, Enzo Paci, Antonia Pozzi, Maria Corti, Vittorio Sereni, Giovanni Maria Bertin, Luigi Rognoni, Renato Birolli, etc. etc.) si è formata alla scuola di un razionalismo critico che ha saputo nutrirsi al dibattito europeo ed internazionale senza trascurare il confronto con la tradizione dei classici….Lo spessore critico di questa sua formazione feconda la sua biografia intellettuale,…in cui, per dirla con Sereni, il lettore penetra in «un limpido canzoniere, sempre leggibile come un canzoniere d’amore e sempre capace di ribaltarsi, con poco più di un docile fruscio, in un canzoniere di morte».

(Libera riduzione dalla “Sinossi” di: Daria Menicanti – ““Il concerto del grillo” – L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite” – a cura di: Brigida Bonghi, Fabio Minazzi e Silvio Raffo – Mimesis – 2013)

Daria Menicanti nasce, ultima di quattro figli, nel 1914 a Piacenza da padre toscano e madre fiumana. Trasferitasi la famiglia a Milano, Daria frequenta il Liceo Ginnasio Berchet, dove sostiene l’esame di maturità nel luglio 1932. Si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, in cui ha come docente Antonio Banfi,…che Daria riterrà fondamentale per la propria formazione. Si laurea nel luglio 1937 discutendo una tesi dedicata all’analisi della poetica e della poesia di John Keats. Allo stesso anno, oltre all’abilitazione all’insegnamento medio (Daria sarà per tutta la vita insegnante),… risale il matrimonio con Giulio Preti (1911-1972), dal quale si separa negli anni Cinquanta, pur mantenendo un fortissimo e tenace legame di affetto, di stima e di amicizia…e inoltre, conteranno nella sua vita, gli amici Vittorio Sereni ed Enzo Paci, cui si aggiungeranno, negli anni successivi, Lalla Romano…Manlio Cancogni, Marco Marchi, Silvio Raffo… Agli anni Trenta, gli anni della formazione universitaria, risalgono le prime prove poetiche, poi ripudiate, inclini ai modi dell’ermetismo….Nonostante il ripudio di queste prime prove inadeguate a esprimere la propria indole toscana «ridente e piangente»….continua a scrivere in segreto. Soltanto nel 1964, presso Mondadori, esce la sua prima raccolta poetica, “Città come” (premio Carducci 1965), alla quale seguiranno, sempre per Mondadori, “Un nero d’ombra” (1969) e “Poesie per un passante” (1978); per Forum/Quinta generazione (Forlì), esce nel 1986 “Altri amici”; per Lunarionuovo (Acireale), “Ferragosto”, nel 1986; per Scheiwiller, nel 1990, “Ultimo quarto”, con una nota di Lalla Romano.
Intensa è anche l’attività di traduzione…a partire dalla fine degli anni Trenta, traduce…di Paul Nizan, “Aden Arabia” (Milano, Mondadori, 1961) e ”La cospirazione”(ivi, 1980); di Jean Paris, “James Joyce” (Milano, Il Saggiatore, 1966);….di Sylvia Plath, “La campana di vetro” (Mondadori, 1979). Sue poesie sono inoltre presenti in molte antologie, tra cui “Donne in poesia”, curata da Biancamaria Frabotta per Savelli nel 1976….Muore in una casa di cura di Mozzate, tra Varese e Como, il 4 gennaio 1995. Lalla Romano le dedica un appassionato contributo che appare sul «Corriere della Sera» del 20 gennaio, sostenendo che già a partire dalla sua prima raccolta: «Daria aveva maturato una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace. »
(Libera riduzione da: Matteo Vecchio – “Daria Menicanti” in enciclopedia delle donne.it)

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FERRAGOSTO

Mansueta e pigra come lo è ogni femmina

se non ha liti in corso, Madame

Centaure per la piazza deserta

procede al trotto. Posa sul selciato

delicata gli zoccoli, lucendo

solleva impudica la coda di seta.

Sotto il sole d’agosto la città

per pochi superstiti improvvisa

tali eleganze, tali allucinazioni

——

IL LEONE

Trovo dentro un cespuglio di forsizia

il lucente leone. Lo prendo

per un ciuffo di peli chiari e asciutti

e lui segue barbarico e stupendo

sulle soffici piante.

Le donne mentre passiamo ci osservano:

– Ma come ha fatto quella lì a beccarsi

il leone

——

POESIA D’AMORE

Dio sa se ne avevo questa gran

voglia, ammalata com’ero

e dentro un chiuso inverno in città.

Ma poi lo vidi così insolito che

soltanto per toccargli quei capelli

ricchi e lunari

e il viso di fermezza

una volta di più m’ innamoravo

——

IDENTITA’

Questo no. Mai potrebbe

un corpo dimezzarsi e in due altri

convivere. E’ l’ anima volante

che passa dall’uno nell’altro

e sul primo deposita astute

colpe ignote e rimorsi sempre vivi

mentre l’altro lo lascia fresco e bianco.

Lo specchio, quello solo, ti rende

l’ idea della tua identità

anche se incontro ti guarda alter ego

e in un modo simmetrico e tranquillo

di continuo fedele con te cambia

——

EPIGRAMMA PER IL CUORE

Se il cuore è innamorato

il fracasso che fa.

Io non capisco come mai la gente

non se ne avvede mentre quello va

tambureggiando sospeso nel petto

e non sosti interdetta a domandarsi

qual che si sia e chi fa

——

ESSERE OMBRA

L’ ama stando in ginocchio

anche quando cammina

o dorme e – se gli capita – mangia.

Dice: gli basterebbe essere l’ombra

di lei o almeno del cane

che sempre l’accompagna

e inseguirla col sole per i muri

e precederla sopra il marciapiede

per farsi calpestare a ogni passo.

Ma meglio di tutto specchiarsi

dentro una lustra vetrina

fare gruppo con cane e signora

——

DAL PRIMO GIORNO

Dal primo giorno da allora

sapevo che mentivi che erano

tutte bugiarderie, una continua

infamità. Ma godevo

lo stesso del tuo sole finto

come le foglie che si aprono al caldo

sbagliato delle serre

——

GABBIANI

Gabbiani blu gridano ai pesci ingiurie

parolacce. Gridano in Gabbiano

ai pesci: ehi,voi! ehi, voi!

Ci si buttano sopra imprecando.

Ultimamente i cieli

si erano fatti così muti che

perfino quest’ira dell’aria

sembra piacevole cosa se pure

atroce come la vita

——

VECCHIAIA

Da molto tempo ho smesso

di sperare qualcosa qualcuno

di credermi immortale.

Quella che mai pensavo

mi sta sopra

——

GUFO

Gonfio di corta penna del colore

del fango il nottambulo uccello

dal tetto giù si lascia allargando.

Nelle due sfere gialle

gli luccicano fame

e amore per la soffice compagna.

Lei lo attende all’impiedi

nel congegno di un orologio spento

——

SIRENA

La prima volta è stato qui e non era

forse neppure la vera prima volta

che la vedeva. Abbracciavano la rada

le luci fra tenerezze di pioggia

e non c’era una stella una luna.

Andava piano con la sua lampara

un vecchio di barba fiorita

e dall’acqua lucendo

gli uscì di verde e rosa

una lunga sirena. Non ha età

l’amore:ora col mare

il vecchio parla tutte le sere.

——

L’ANGELO CUSTODE

Torno a casa infelice

con l’angelo custode appollaiato

sopra una spalla.

Anche lui par depresso

come uno che non ne viene a capo.

2 risposte a "“Ferragosto” – Daria Menicanti"

  1. Avatar di gruppo83 gruppo83 1 agosto 2023 / 9:53

    Una poetessa italiana dimenticata, da riscoprire. Eppure merita, merita tantissimo! Molto schietta, a mio parere, ma anche con qualcosa di filosofico alla base… una visione della vita ironica e tagliente, seppure a tratti dolorosa. Mi piace moltissimo, grazie per averla proposta! (ciao, Alessandra)

    Me ne vo con un gran coltello infisso
    nel petto, il manico fuori.
    Me ne vado tranquilla e bianca. Un vigile
    col fischio mi richiama: – Il coltello,
    mi grida, il coltello! –
    Par proprio che la lama
    superi le misure della legge.
    Così mi fermo e pago
    l’ennesima contravvenzione

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    • Avatar di ilcollezionistadiletture ilcollezionistadiletture 1 agosto 2023 / 10:47

      Grazie Alessandra. Mi fa molto piacere che la Menicanti e le sue poesie ti siano piaciute. Peraltro ne hai colto perfettamente lo spirito. Infatti dietro quella leggerezza mordace apparentemente distaccata e piena di nonchalance Daria Menicanti fa passare verità e vissuti intensi che parlano di sentimenti ma senza retorica né infingimenti. Cogliendo con acutezza un sentire sempre reale e vivo. Disincantata e talora anche amara ma, al tempo stesso, elegante e giocosa. Molto bella e significativa la poesia che hai riportato.
      In effetti la Menicanti meriterebbe ben altra notorietà.
      Grazie ancora.
      Un carissimo saluto
      Raffaele

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