“I superflui” ruota fondamentalmente intorno a un tema, il tema della mancanza. Che non è solo una mancanza di tipo materiale, che pure è fortemente presente e condiziona pesantemente le vite dei protagonisti, ma è, soprattutto, una mancanza di possibilità. Come se le risorse, sia quelle interne: del loro bagaglio personale ed esistenziale, sia quelle esterne provenienti dalla società, dal mondo, dagli altri, non fossero loro date, lasciandoli quindi, come detto, privi di possibilità. In altre parole come se i protagonisti del romanzo fossero costituzionalmente in una loro condizione di debolezza sia soggettiva che rispetto alle opportunità, che ne fa degli esclusi, degli emarginati, per l’ appunto dei “superflui”. Persone cioè la cui esistenza è segnata dall’ irrilevanza, dalla marginalità e i cui tentativi di uscire da quella loro condizione risultano inutili, perché quella loro condizione gli ritorna addosso, li accompagna sempre, ne segna la vita e il destino.
Roma
“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” – Carlo Emilio Gadda
Non si può, a proposito del “Pasticciaccio” (“P.”) e, più in generale, a proposito di Gadda, non porre e non porsi, prima di tutto, il problema della sua “leggibilità”. E ciò in relazione al suo tratto più noto e peculiare che trova, proprio nel “P.”, il suo massimo riscontro e cioè il linguaggio. Quel linguaggio che ha consacrato Gadda come il più grande innovatore tra i nostri scrittori del Novecento facendone, per molti, il più grande tout – court. Tuttavia quel linguaggio, proprio per la sua straordinarietà, implica per il lettore un indiscutibile impegno, un’abnegazione paziente, un esercizio costante dovuti a quella straripante ricchezza espressiva che trasforma anche la più minuta e, apparentemente, insignificante descrizione in una creazione a sé. Con una iperproduzione di immagini, citazioni, riferimenti e dettagli, ma anche di evoluzioni e involuzioni della lingua, che dilatano in mille rivoli quella descrizione. In altre parole, come è stato osservato, Gadda “…richiede al lettore immersioni che comportano allenamento del respiro e dei muscoli e un addestramento dell’intelligenza e dell’immaginazione adeguati a comprendere la ricchezza e la varietà dei suoi fondali in cui galleggiano frammenti di una immensa enciclopedia dei saperi” (1)